
Don Gesualdo nella notte di Halloween a Palermo
Palermo protagonista del Centenario di Verga in uno spettacolo in esclusiva. Direttamente dai luoghi originari in scena il Don Gesualdo
Read MorePalermo protagonista del Centenario di Verga in uno spettacolo in esclusiva. Direttamente dai luoghi originari in scena il Don Gesualdo
Read MoreSuccesso estivo del Centenario di Verga, un tour di eventi e gremiti
Read MoreRagusa quest’anno sarà tra le città protagoniste del Centenario di Giovanni Verga con l’ Edizione Speciale del Festival Verghiano, parte della Manifestazione Ufficiale Nazionale “Verga100” supportata dal Parlamento Europeo, Regione Sicilia, Assemblea Regionale Siciliana, Pontificio Consiglio della Cultura con eventi, da maggio a settembre.
Read MorePartiti gli eventi con le scuole, dal Sud al Nord Italia, gli studenti saranno protagonisti di questo Centenario dedicato a Giovanni Verga. Fra meno di 20 giorni vi sarà lo spettacolo del Mastro Don Gesualdo a Ragusa che coinvolgerà 7 Istituti, poi si continuerà con la Lupa e Jeli il Pastore. Proposito che proseguirà anche nelle città di Caltanissetta, Catania e Milano. Tra le iniziative oltre al Book trailer e le varie conferenze nelle Università al Cinestar di Catania e all’Anteo di Milano, vi sarà la rassegna verghiana con l’introduzione critica a cura di vari relatori, alla quale parteciperanno diverse scuole lombarde, mentre a liceo Boccioni vi saranno attività interdisciplinari e un laboratorio drammaturgico sul teatro verista e con la messa in scena di uno spettacolo. Infine, in collaborazione con il Comune di Milano, una conferenza sul Verga che porterà centinaia di studenti a vivere una full immersion nell’universo verista.
Dopo il successo dell’anteprima presso il Castello Donnafugata, con l’avvio del Centenario di Giovanni Verga, con grandi ospiti internazionali, tra cui Placido Domingo, parte da Ragusa il Tour Nazionale “Verga100.it” che vedrà le rappresentazioni verghiane in varie città Italiane.
Il 6 marzo, presso il Teatro Perracchio andrà in scena “Mastro Don Gesualdo”, in una nuova pièce scritta e diretta da Lorenzo Muscoso e interpretata da Alessandro Sparacino con le musiche dei Bellamorea, che ripercorre l’ascesa dell’uomo e quelli che furono i vari rapporti con la comunità locale e relazioni affettive con Bianca, Diodata e la figlia Isabella. Tre donne che lo porteranno a fare i conti con una realtà ben diversa da quella a cui pensava di essere destinato. Un racconto complesso, maturo e sentito, laddove, il vero racconto è quello che non si vede, la parte intrinseca che sta dentro il tessuto narrativo. Una rappresentazione universale dei sentimenti, agli affetti e alle relazioni, tutti elementi che caratterizzano l’esistenza di ogni essere umano . Le apparenze possono essere conflittuali , il giudizio controverso, e alla fine c’è sempre un resoconto a cui si dovrà dare retta. Una dramma che viene da Vizzini, dai luoghi originari del romanzo, che restituisce all’opera una certa autenticità e fa sembrare la storia del personaggio vicina alla realtà odierna
Dopo il successo del 2019 , il 26 settembre, La Lupa” per la regia di Lorenzo Muscoso sarà rappresentata a Matera, nel luogo magico e surreale di San Pietro Caveoso, location d’eccezione e rappresentativa di una città divenuta il centro dell’Europa. Una scenografia maestosa, scelta da Stefano Bollari, Il Volo e da produzioni hollywodiane come The Passion e Bond 25, e che per l’occasione diverrà la riproduzione della sicilia nel suo autentico folklore. Ardore, eros e sentimenti saranno raccontati nella loro espressione più assoluta proveniente direttamente dalle campagne siciliane. Un momento storico che richiama alla memoria la celebre trasposizione di Alberto Lattuada nella città dei sassi, e che renderà omaggio non solo a Giovanni Verga ma anche a quella cultura isolana che tanto caratterizza il suo popolo. Sarà inoltre possibile assistere allo spettacolo anche al suggestivo Borgo di Irsina e Montalbano Jonico.
Nel cast : Germano Martorana, Giuseppina Vivera, Adriano Gurrieri, Greta D’Antonio, Alessandro Campo, Marzio Penna, Bellamorea
Manca poco piu’ di un mese alla messa in scena di Jeli il Pastore, trasposizione della celebre novella di Giovanni Verga nel suggestivo scenario archeologico di Gravina in Puglia. L’ opera scritta e diretta dal regista Lorenzo Muscoso che porta in scena tutta una serie di accadimenti che producono nei protagonisti uno sconvolgimento emotivo. Il rimorso è uno dei temi che viene affrontato nello strazio del pastore verso il padre, una visione quasi spettrale vissuta attraverso l’intimità del ricordo. Una citazione all’Amleto a cui l’autore si è volutamente ispirare nella composizione di questo dramma, dal senso di alienazione a quello della crescita della follia che attraversa e travolge il protagonista. Il racconto mette in evidenza anche quello che è l’incapacità di Jeli (Vito Difonzo) di comprendere la sua stessa esistenza, la malasorte che lo colpisce lo riporta alla vita, dopo un trascorso nel sonno e nel beato isolamento e la successiva gelosia che lo trasfigura in uno stato di alienazione che lo accomuna a un altro dramma elisabettiano, l’Otello. Emarginazione che trae ispirazione negli scatti Hopperiani e nella solitudine sorrentiniana, e dove l’accadimento porterà a una pressa di coscienza e ricostruzione di un rapporto con la realtà circostante. ll giovane trova conforto solo nel Massaro Agrippino (Tiziano Carlucci), che affronta il suo disagio con saggezza e comprensione preso anche dall’euforia della festa di San Giovanni e nell’illusione che la figlia possa sposare il benestante Rocco figlio del Fattore Neri. Mara (Maria Dibattista), ormai adulta soffre della fugacità della bellezza, cancellata da un tempo andante che non risparmia nessuno, un assillo simile a quello che vive Don Alfonso(Amos Mastrogiacomo), che instaura con lei un legame segreto che va oltre il semplice adulterio. La loro storia si incarna perché entrambi sono vittime dello stesso malessere. Preoccupata dal destino e dalla sua debolezza nell’affrontarlo contrae nozze con Jeli, al quale mostra una forte devozione che inizialmente lo inganna e poi lo abbaglia a tal punto da non ascoltare più le calunnie della gente. Una struttura narrativa che si sviluppa attraverso flashback e costruzioni sintattiche elevate raccordate da un Narratore omodiegetico (Raffaele Navarra) che diviene testimone e partecipante insieme a quelli che sono gli abitati del luogo, come il contadino Peppe (Gino Carbone). Una messa in scena dinamica nel che si sviluppa secondo geometrie e spazi in cui ogni personaggio viene identificato nel contesto in una complessa direzione che vuole portare il pubblico dentro un esperienza sensoriale in cui il teatro e cinema si fondano in unicum. Il senso intimo viene percorso attraverso effetti sonori e partiture musicali composte dal Maestro Donato Manco che accompagnerà le varie scene con un motivo che trova la sua massima espressione nel climax finale.